Perché non dimenticare? Perché non lasciarsi alle spalle gli eventi drammatici e iniziare a decantare le meraviglie delle proprie terre?
Domande rivolte spesso ai profughi istriani e, in genere, a tutti coloro che fanno della ricerca della verità storica una ragione di vita e che, puntualmente si ripropongono all'apparire dell'ennesimo libro sulle foibe e sulla tragedia umana che esse rappresentano.
“Infoibati 1943-1945. I nomi, i luoghi, i testimoni, i documenti” è l'opera frutto del lungo lavoro di ricerca di Guido Rumici, presentato ieri sera alla Biblioteca statale isontina sotto l'egida di Edo Apollonio, figura rappresentativa in città, e dell'“Associazione nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia”. Ed è proprio lui a rispondere simbolicamente ai quesiti iniziali nell'introdurre il libro di Rumici. "Parlare di foibe a Gorizia - ha esordito Apollonio – significa rimettere il dito in piaghe insanabili, ma tutto ciò è necessario perché la verità venga alla luce una volta per tutte e non si raggiunga l'obiettivo di cancellare interi capitoli di storia semplicemente facendola dimenticare. E' stato detto che lo sforzo dello storico è quello di emancipare la storia dalla ideologia: questo sforzo si riconosce nel libro di Guido Rumici".
Rappresentativa, in sala, la presenza di Gaetano Valenti, già sindaco e ora in veste di presidente dell'Anvgd. Incarico da poco accettato "con estremo piacere - come ha tenuto a specificare – in quanto ritengo fondamentale non permettere a terzi di cancellare la storia di queste terre. Ricordo con amarezza quando, durante il mio periodo di insegnamento, sono venuto a contatto con scolaresche che non sapevano assolutamente nulla degli eventi delle foibe e degli infoibati. E' stato allora che ho iniziato a combattere l'iniziazione politica".
“Infoibati 1943-1945”, un titolo e un sotto-titolo che farebbero pensare a un arido elenco di nomi ed eventi. Ma nulla di più diverso va a sorprende il lettore che si appresti a leggere il libro di Rumici. Ed è il professor Salimbeni a spiegarne in modo saliente le caratteristiche si saggio storico e letterario. "Un libro scritto in veste narrativa, sciolto, semplice da leggere, in cui la ricostruzione delle vicende storiche parte dagli antefatti del 1941 per giungere ai giorni nostri con i capitoli dedicati alla memoria. Nessuna rivelazione sensazionale, ma un re-inquadramento di tutto ciò che è stato scritto sull'argomento negli ultimi 50 anni, in maniera organica".
Ed è la stessa poderosa bibliografia del libro a rivelare il vasto lavoro di collazione che vi è alla base. Insomma, un altro tassello da aggiungere alla controversa storia dello scorso secolo, ricordando, però, come ha sottolineato il professor Salimbeni, che le vicende degli infoibati sono "un caso esemplare di una tragedia complessiva che ha attraversato tutta l'Europa del '900, giustificando l'enorme proliferare di opere che vi si riferiscono come il secolo del terrore e della paura".
Silvia D'Onofrio